Quando si parla di abbigliamento sexy, la prima cosa a cui si pensa è un qualcosa di provocante e di molto moderno, ma non è sempre così.
Innanzitutto bisogna ricordarsi che il termine sexy non è assolutamente sinonimo di volgare, ed è un concetto molto soggettivo, dipendente dai costumi di ciascuna società, ma anche da individuo a individuo.
Inoltre il canone di bellezza (e quindi anche di sensualità) cambia durante il corso del tempo. Infatti un determinato abbigliamento, che poteva essere considerato provocante e seducente nelle epoche più antiche, al giorno d'oggi può non apparire così.
L'abbigliamento sexy nel corso della storia
In antichità una donna che si vestiva in maniera provocante, veniva identificata come una prostituta, una persona ""dai facili costumi"". Specialmente nel mondo dell'antica Roma, la donna appartenente a una famiglia importante doveva mantenere una certa pudicizia sia nei modi che soprattutto nell'abbigliamento. In base al proprio aspetto si veniva giudicati, e se certi indumenti non erano adeguati era un disonore per tutta la famiglia. In alcuni contesti poteva essere considerato sexy, e quindi inappropriato, lasciare scoperte le caviglie.
Chi invece poteva indossare un abbigliamento sexy erano appunto le prostitute, in particolare le cortigiane. Queste indossavano abiti molto scollati, provocanti, proprio per mettere in risalto il proprio corpo ed attirare clienti.
Nel rinascimento fanno la prima comparsa i corsetti, utilizzati sia come abbigliamento sexy per fasciare il più possibile il girovita, sia per nascondere meglio eventuali trasparenze. Il corsetto è usato ancora oggi, soprattutto come abbigliamento intimo, ma stringe molto meno, perché quelli antichi venivano stretti talmente tanto che, se portati per lungo tempo, deformavano la gabbia toracica e impedivano la respirazione.
L'abbigliamento sexy oggi
Al giorno d'oggi, soprattutto negli ultimi decenni, il sexy non è più un tabù come in antichità. Le persone, sia donne che uomini, cercano sempre più di attirare l'attenzione, di essere desiderate, e per farlo si aiutano anche con l'abbigliamento.
Indossando un determinato capo si decide cosa mettere in risalto del nostro corpo; una scollatura per il seno (o i pettorali per gli uomini), un vestito particolarmente corto per le gambe, capi attillati per risaltare le curve o gli addominali. O ancora, si può giocare sulle trasparenze, sul ""vedo non vedo"", che può stimolare la fantasia di chi ci guarda. Insomma, le possibilità sono infinite, sia nel caso dell'abbigliamento sexy maschile che femminile, però ciò può anche dipendere dal fisico di ogni soggetto. Si può essere sexy indipendentemente dal proprio peso, dai propri difetti, l'importante è scegliere il capo più adatto a noi, quello che valorizzi al massimo i nostri punti forti e che nasconda o metta in secondo piano i nostri punti deboli. Nessuno è perfetto, ma con degli accorgimenti e con accostamenti ragionati, si può essere sexy, senza sembrare ridicoli o volgari.
Innanzitutto bisogna ricordarsi che il termine sexy non è assolutamente sinonimo di volgare, ed è un concetto molto soggettivo, dipendente dai costumi di ciascuna società, ma anche da individuo a individuo.
Inoltre il canone di bellezza (e quindi anche di sensualità) cambia durante il corso del tempo. Infatti un determinato abbigliamento, che poteva essere considerato provocante e seducente nelle epoche più antiche, al giorno d'oggi può non apparire così.
L'abbigliamento sexy nel corso della storia
In antichità una donna che si vestiva in maniera provocante, veniva identificata come una prostituta, una persona ""dai facili costumi"". Specialmente nel mondo dell'antica Roma, la donna appartenente a una famiglia importante doveva mantenere una certa pudicizia sia nei modi che soprattutto nell'abbigliamento. In base al proprio aspetto si veniva giudicati, e se certi indumenti non erano adeguati era un disonore per tutta la famiglia. In alcuni contesti poteva essere considerato sexy, e quindi inappropriato, lasciare scoperte le caviglie.
Chi invece poteva indossare un abbigliamento sexy erano appunto le prostitute, in particolare le cortigiane. Queste indossavano abiti molto scollati, provocanti, proprio per mettere in risalto il proprio corpo ed attirare clienti.
Nel rinascimento fanno la prima comparsa i corsetti, utilizzati sia come abbigliamento sexy per fasciare il più possibile il girovita, sia per nascondere meglio eventuali trasparenze. Il corsetto è usato ancora oggi, soprattutto come abbigliamento intimo, ma stringe molto meno, perché quelli antichi venivano stretti talmente tanto che, se portati per lungo tempo, deformavano la gabbia toracica e impedivano la respirazione.
L'abbigliamento sexy oggi
Al giorno d'oggi, soprattutto negli ultimi decenni, il sexy non è più un tabù come in antichità. Le persone, sia donne che uomini, cercano sempre più di attirare l'attenzione, di essere desiderate, e per farlo si aiutano anche con l'abbigliamento.
Indossando un determinato capo si decide cosa mettere in risalto del nostro corpo; una scollatura per il seno (o i pettorali per gli uomini), un vestito particolarmente corto per le gambe, capi attillati per risaltare le curve o gli addominali. O ancora, si può giocare sulle trasparenze, sul ""vedo non vedo"", che può stimolare la fantasia di chi ci guarda. Insomma, le possibilità sono infinite, sia nel caso dell'abbigliamento sexy maschile che femminile, però ciò può anche dipendere dal fisico di ogni soggetto. Si può essere sexy indipendentemente dal proprio peso, dai propri difetti, l'importante è scegliere il capo più adatto a noi, quello che valorizzi al massimo i nostri punti forti e che nasconda o metta in secondo piano i nostri punti deboli. Nessuno è perfetto, ma con degli accorgimenti e con accostamenti ragionati, si può essere sexy, senza sembrare ridicoli o volgari.